Capitolo 1 | Le ragioni dell’Orco

Fair Tales

...

Oltre le colline nei pressi del vecchio villaggio, viveva un Orco spaventoso.

Si diceva fosse alto come due uomini uno sull’altro, forte come una pariglia di cavalli da giostra e spietato come una carestia improvvisa. Chiunque avesse la sventura di incontrarlo, veniva fatto schiavo e messo a lavorare nelle sue sterminate piantagioni, che producevano molta più frutta e verdura di quanta avesse bisogno (anche perché non ne mangiava), le cui eccedenze venivano vendute sottocosto al villaggio o semplicemente lasciate marcire. Così tutti nei dintorni vivevano all’ombra della sua ferocia.

Un giorno però arrivò al villaggio un Cavaliere Coraggioso, che radunò gli abitanti nella piazza principale e promise loro di portargli la testa dell’orco. In cambio avrebbe accettato eterna gratitudine e un gruzzolo d’oro. Gli abitanti, i cui corpi stremati accusavano una vita dedicata agli stenti, accettarono di buon grado con un timido applauso e qualche colpo di tosse. Così il Cavaliere Coraggioso, splendente nella sua armatura, partì al galoppo in direzione delle colline.

Un giorno però arrivò al villaggio un Cavaliere Coraggioso

Trovato l’orco rimase deluso, perché non era affatto grosso come dicevano: lo era molto, molto di più.

Ma la fortuna sembrava arridergli perché, dopo quello che doveva essere stato un pasto abbondante, il mostro era caduto in un sonno profondo. Così s’avvicinò in silenzio e, estratta la spada, ne appoggiò la lama sulla gola dell’orco, che si svegliò all’istante.

L’orco, che era una bestia ignorante ma nient’affatto stupida, intese la situazione e non fece movimenti bruschi. Piuttosto, con una voce che sembrava quasi umana, fissando gli occhi neri come pozzi in quelli azzurri del suo boia, gli disse: “Ahi, Cavaliere Coraggioso, sapevo che saresti venuto: stavo infatti sognando il tuo arrivo, perché il Destino si fa beffa di tutti. Lungi da me il tentare di dissuaderti dal compiere la cosa giusta, ma rifletti, davvero credi sia opportuno uccidermi, togliermi di mezzo? Cosa faranno al villaggio, quando non ci sarò più? A chi daranno la colpa di ogni male, quando la mia cupidigia sarà spenta per sempre? Contro chi punteranno il dito, quando i pesticidi renderanno sterili i loro campi, contro chi imprecheranno quando il mercato farà fallire le loro cooperative agricole? Quando la malattia ucciderà le loro piante per una, di chi bestemmieranno il nome? Credi che saranno davvero così onesti da cercare il colpevole tra la loro stessa gente? No. Hanno bisogno di me, dell’Orco, perché guardando quanto sono malvagio io sarà più lieve il peso delle loro mancanze. E tu, Cavaliere Coraggioso, cosa farai quando sarò scomparso, riporrai forse la spada e lo scudo per raccogliere la zappa? Cosa renderà sfavillanti i paladini, quando non ci sarà più oscurità a farli risplendere? Prendi, taglia una delle mie orecchie e torna al villaggio, così potrai avere il tuo oro. Io sparirò per un poco, e quando tornerò, vedrai saranno tutti sollevati.”

Colto alla sprovvista dall’umanità del mostro e dall’intelligenza del ragionamento, il cavaliere aggrottò la fronte e allentò la presa sull’elsa.

Continua…

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